Non servono tante parole per capirlo: quando si parla di PCI si pensa già ad una condizione difficile, per il bambino che la vive in prima persona, ma anche per l’intera famiglia, che deve trovare la modalità più giusta per riuscire a gestirla.
Ecco quindi che affidiamo a voi le parole di A. e A., genitori di Teresa, che hanno saputo andare oltre quella difficoltà, e vedere e sentire così quella luce sul futuro di tutti e tre.
E affidiamo a voi anche il cuore di Elena, una ragazzina di 11 anni, che la PCI la vive quotidianamente, e ce la vuole spiegare con la sua arte nel quadro “Sole offuscato”: ci sono tanti modi per interpretarla, ci sono tanti punti di vista da cui osservare, ci sono tanti aspetti da scoprire… ma quella luce c’è, anche se il sole è nascosto!
“Dopo il primo di vita di Teresa eravamo sconfortati, stanchi, dubbiosi e soprattutto ci sentivamo inadeguati ad affrontare il percorso di vita che si prospettava dinanzi a noi.
Agor ci ha permesso di individuare i reali bisogni di nostra figlia, le sue capacità e gli aspetti positivi nascosti dietro la sua disabilità.
Bruna e il suo staff hanno una marcia in più, vedono luce in fondo al tunnel a differenza di un sistema di cura generico e standardizzato che vede solo buio e negatività.
I nostri incontri periodici sono ormai un appuntamento gioioso, nessun timore da “cambice bianco”, nessun imbarazzo o paura nell’affrontare qualsiasi problematica, insomma come sentirsi sempre al posto giusto nel momento giusto”.
I genitori di Teresa.