Vivere la dislessia da genitore.
Ebbene, ho pensato a lungo a cosa scrivere in occasione di questa giornata di sensibilizzazione sulla dislessia.
So che è difficile. Per me la parte più difficile come genitore è stato accettare il fatto che la mia super intelligente bambina avesse poi a scuola alcune difficoltà. Non riuscivo a capacitarmi perché una bambina con una intelligenza così spiccata e vivace, la regina dei “come mai” e del “come funziona”, poi facesse fatica a leggere l’orologio o un semplice brano o facesse errori di grammatica veramente enormi nonostante mi prodigassi in trucchetti e regoline.
L’accettare che questo non fosse un suo modo per destabilizzare noi poveri e stanchi genitori ma che fosse paragonabile per esempio alla mia miopia mi ha aiutata a cambiare approccio.
Perché effettivamente, e parlo da miope di quasi -10 decimi, se mia mamma avesse pensato che con l’età sarei migliorata senza portarmi mai dall’oculista a metter su i miei binocoli avrei dovuto attendere, che so, i 50 anni e la agognata presbiopia per poter attraversare la strada…
A farmi comprendere un po’ di più su questo tema qualche anno fa è stata la visione provvidenziale di un video, che vi consiglio e allego a questo mio scritto.
DSA Video “Come può essere così difficile” Documentario sulla dislessia
Mi è servito molto. Perché ognuno può percepire in base al suo sentire e quindi, così come chi vede 10 decimi può solo immaginare come vede un miope, così posso solo immaginare cosa significhi vedere le lettere che fanno le capriole e l’enorme intelligenza che ci vada per compensare tutto questo con i tempi sempre più frenetici di questo pazzo mondo.
Rivedere ogni tanto questo video mi rinfresca la memoria, perché un bimbo non è dislessico solo a scuola e poi magicamente quando varca i cancelli tutto torna semplice. Pensate ai cartelli stradali, le insegne, etichette dei prodotti, ecc ecc…insomma siamo immersi nelle parole e numeri e diamo per scontato che tutti riescano agevolmente a leggere e contare. Almeno, si, quasi tutti dai… esoneriamo quelli come me, che dopo una certa età devono inforcare tre paia di occhiali “da vicino, da lontano, da medio” per decifrare quei caratteri che spesso vengono stampati anche con fonts improponibili per cercare di essere creativi mentre di fatto minano solo la nostra autostima e ci fanno uscire dal supermercato con una scatola di salviette umidificate al limone al posto delle sardine perché è scritto tutto così piccolo che non ti osi più chiedere al commesso per non sembrare troppo vintage…
Come mamma ho fatto una vagonata di errori, il più grande forse è stato quello in fase iniziale del “far finta di nulla davanti a lei”, al minimizzare con frasi tipo “che-non-hai-niente-e-se-ti-alleni-passa-tutto”, a “devi leggere ad alta voce” (altro orrore degli orrori… a mio avviso dovrebbero proibire la lettura ad alta voce in tutte le scuole e case del mondo a meno che il bambino stesso non si proponga come volontario/martire. Perché se ci penso (ma cerco sempre di non farlo)… se ho un ricordo delle elementari ho proprio quello dove terrorizzata contavo quanti bambini avevo davanti a me prima che la maestra pronunciasse il mio nome, e contavo le frasi per riuscire a leggere dentro la mente più volte possibile quella che sarebbe stata la mia frase … e che immancabilmente non lo era perché sbagliavo a contare o la maestra faceva leggere due frasi al compagno prima ed ero fritta…
Comunque da tutti i miei sbagli ho imparato tante cose e il fatto di avere due figlie, ognuna con differenti fragilità e punti di forza mi ha fatto capire che non si può assolutamente standardizzare, che ogni bambino è differente.
Con la prima figlia insistevo per farle fare gli schemi tutti colorati, spaziati , con i disegni e lei invece ha trovato il suo personalissimo modo di farli, così piccoli e fitti che per leggerli ci va la lente di ingrandimento però li capisce e si trova bene.
L’altra figlia preferisce le scritte grandi grandi e testi ove scritte e disegni non si trovino nella stessa pagina.
Insomma entrambe dislessiche, e con soluzioni differenti. Quello che conta è accettare che loro vedano il mondo diversamente da noi, e riuscire, provando e sbagliando a trovare gli strumenti che meglio fanno per loro per esaltare le loro enormi potenzialità. Perché accettare non vuol dire arrendersi e non far nulla.
E dovete saperlo che sono molto molto intelligenti e talentuosi i vostri figli, anche se potreste non esservene accorti.
Tutto sta nel trovare la chiave giusta e l’ambiente giusto e voi troverete certamente il modo, sbagliando e riprovando ma ci riuscirete.
E mai e poi mai, permettete a qualsiasi persona di dire al bambino frasi come “sei dislessico quindi non puoi studiare le lingue o fare questo o quello”.
I vostri figli non hanno nulla di meno degli altri , sono molto intelligenti e possono raggiungere risultati grandiosi.
Non vorrei sbagliarmi ma un certo Leonardo e un certo Albert erano dislessici e hanno avuto un discreto successo .
So di per certo che “volere e crederci fermamente fanno miracoli” anche nel piccolo dei giorni nostri.
Ma per questo racconto ci vuole almeno un capitolo … per cui ve lo racconterò alla prossima puntata
Buon cammino a tutti.
Manuela