Sono alla seconda seduta del secondo trattamento con Rino ed ho le idee più chiare di cosa sia accaduto in me.
La prima sessione è stata una doccia fredda, sia perché la scelta del distretto da trattare era così distante nella mia mente dalla vera causa del mio modo di camminare, sia perché, quasi con insistenza mi veniva chiesto di smetterla di camminare da emiplegico.
Dopo più di dieci anni dall’incidente che ha lasciato esiti di una tetraplegia, più accentuata dal lato destro, che comunque mi ha permesso di mantenere una funzionale deambulazione con l’appoggio di un bastone, questo terapista mi dice che la limitazione risiede solo in uno schema mentale.
Solo la fiducia che ripongo nel centro di terapia che ha ospitato Rino ha impedito un totale rifiuto di un messaggio così distante e così mi sono trovato in crisi di fronte ad una tale e sconcertante verità.
Poi, quando nel cammino il piede rimane supinato e intraruotato, le ginocchia flesse e l’anca bloccata mi stupisce la scelta del terapista di dare priorità nel trattamento agli addominali. “La spalla non avanza ed il ginocchio non si piega” dice lui, finezze penso io. I veri problemi sono ben altri. E invece aveva ragione. Attraverso la tecnica del CroSystem e dei vincoli cutanei, in tre giorni mi sono trovato a camminare, se volevo, in un modo diverso.
Lo shock per quelle affermazioni era però ancora tale da impedirmi di realizzare la totale bontà del cambiamento avvenuto. “Grazie tante” dicevo, “da lenti è facile ma nella vita di tutti i giorni è impossibile mantenere un apprezzabile cambiamento”.
Oggi mi devo ricredere, perché mi sono trovato a camminare con leggerezza e controllo senza scarpe né bastone, cosa molto più ardua fino a l’altro ieri. Dopo l’ultimo trattamento la gamba avanza più facilmente, senza costringermi a proteggermi flettendo le ginocchia e ruotando l’anca, anche il piede sinistro appoggia dritto.
Certamente un notevole cambiamento vi è stato, la tecnica del CroSystem ha prodotto risultati, ma soprattutto ho avuto chiarezza circa la strategia seguita da Rino, che con un’osservazione attenta e lungimirante ha saputo individuare le cause delle limitazioni alla radice e non nella loro manifestazione più evidente che rimane causa di altro.
Ora me la devo vedere con me, intanto grazie Rino e grazie Bruna!
Ing. Luca M.
Stress Analysis Engineer